Parte la rubrica “Storie di veleni”
Global Project, con la partecipazione di attivisti e giornalisti, promuove una rubrica settimanale su ambiente e territorio
L’ambiente è un bene di tutti, la sua difesa, la promozione di politiche di stampo ambientale e la diffusione di una coscienza ambientale non possono non essere concepite come nuove sfide per il giornalismo, che in questa fase, deve necessariamente riscoprire e ridefinire il proprio ruolo. Ad una crescente attenzione da parte di diversi segmenti sociali alle tematiche ambientali, infatti, non corrisponde un’adeguata offerta di informazione di qualità. Questo perché manca uno specifico sguardo critico sui temi ambientali, a vantaggio di una saturazione: tutti fanno e scrivono di tutto, facendo purtroppo scadere la generale qualità dell’informazione su questi temi.
Del resto, abbiamo sperimentato come negli ultimi anni una rinnovata consapevolezza e necessità di partecipazione alle decisioni che riguardano l’ambiente e la salute hanno saputo radicare nei territori lotte e proteste spesso risultate anche vincenti, o comunque portatrici di una fondamentale coscienza ambientale nelle persone che abitano territori devastati e contaminati. Un processo popolare dal basso che è caratterizzato da una voglia radicale di affermare un altro modello di sviluppo possibile, lontano e distante dal capitalismo devastatore, energivoro ed avvelenatore. Di sicuro non hanno reso giustizia a queste realtà i media tradizionali, appiattiti su rappresentazioni standardizzate, quando non colpevoliste, come nel caso dei movimenti No Tav, della battaglie condotte contro politiche autoritarie e non rispettose di una sostenibilità ambientale che appare oggi l’unica strada possibile per contrastare il cambiamaneto climatico e una crisi economica che mette in pericolo paesaggi e risorse naturali, troppo spesso svendute in nome del profitto e soprattutto la salute e le condizioni di vita di chi abita (e lavora) nei territori.
Sappiamo anche che in materia ambientale non sempre è semplice far comprendere processi (industriali ed affaristici) e scontri (tra lobby, politici e territori). Spesso ci troviamo davanti a vicende molto intricate che restano per lo più incomprensibili all’opinione pubblica ed anche ai nostri mondi. Abbiamo imparato quanto sia importante il lavoro di inchiesta per mettere al servizio dei movimenti e dei comitati informazioni, denunce, ecc. ecc. Abbiamo però anche compreso come spesso la definizione e descrizione di vicende complesse è difficile da rendere in maniera sintetica e chiara.
Non si può non ammettere però che in questo paese l’opinione pubblica non è adeguatamente informata sulle vicende ambientali. E pochissimo raccontano anche i media main stream. E pochissimo, spesso, sanno anche i giornalisti.
Pensiamo sia il caso di mettere a sistema la nostra conoscenza e dimestichezza nel cercare, comprendere e raccontare intrecci e affari, per costruire una rubrica che, in maniera organizzata e sistematica, serva anche da “mappatura” dei principali ambiti ed interessi politico-economici che oggi mettono a rischio i territori che abitiamo.
La “mission” è quella di rendere le vicende ambientali e gli affari che vi girano intorno più semplici e leggibili a tutti. Per questo abbiamo deciso di lanciare una nuova rubrica fissa su Global Project. Uno spazio di approfondimento ed inchiesta per mettere a disposizione dei movimenti, dei comitati e degli utenti stessi di Global Project una lettura critica di vicende a volte intricate e troppo spesso ignorate dai media main stream. Ogni settimana ospiteremo un contributo diverso. Collaboreranno all’inchiesta giornalisti indipendenti che hanno fatto dell’impegno contro le ingiustizie ambientali un tratto qualificante del loro lavoro.