Anonymous: la storia. Dalle origini alla rivolta per la chiusura di Megaupload

La legione di hacker anonimi ha segnato un decennio di storia del web combattendo per mantenerne la più totale indipendenza e libertà.

 In origine erano troll. Ammettilo che qualche volta l’hai fatti anche tu: sei entrato in una chat con un amico e hai cominciato a insultare la gente fino a quando non se ne sono andati tutti. Attacchi bottone e poi a un certo punto piazzi l’attacco, scateni l’inferno. Oppure vai su un blog e inizi a commentare fino a quando i lettori di quello si stufano e non commentano più. Queste sono le origini della comunità di Anonymous, magnificamente raccontate in due articoli di Saki Knafo sull’Huffington Post.
Prima di riassumere la storia, vorrei che ti fosse chiaro cheAnonymous non esiste. Non che sia una leggenda, ma semplicemente Anonymous è un modo per indicare persone che agiscono in modo anonimo con un obiettivo comune.

Il concetto su cui si regge Anonymous è che Internet è il suo mondo e nessun può imporre limitazioni alla totale libertà di cui godono i cittadini del web.

Ecco la storia.

  • Quando nel 2003 Christopher Poole crea 4chan ai nostri amici troll non pare vero che ci sia un posto dove fare tutto quello che vogliono senza che nessuno gli rompa le scatole. Chris ha 15 anni e 4chan una sola regola: niente pedo-pornografia.
  • Su 4chan si può fare quello che si vuole in perfetto anonimato e così i trolloni si radunano per operazioni di massa e iniziano a chiamarsi anonymous, come il nick di chi non si sceglie un nick. Anonymous è un’entità composta da diversi utenti anonimi con un unico modo di pensare.
  • All’inizio è tutto un gioco. Alla BastardiDentro, per capirci (molto peggio però). Poi nel 2008 la cosa si fa seria. Più o meno. Anonymous lancia la battaglia contro Scientology perché ha rimosso dalla rete un video buffo di Tom Cruise, presunto numero due del movimento, e ne comincia a denunciare i crimini. È la prima scissione: i moralisti da una parte, quelli a cui interessa solo divertirsi dall’altra.
  • Nel 2009 i moralisti decidono di correre in soccorso dei dissidenti iraniani fornendo loro gli strumenti per diventare anonimi in rete e diffondere documenti altrimenti censurati dal governo. Nasce così l’hacktivism.
  • Gli altri, quelli che sono su Internet solo per le grasse risate (Lulz) si dedicano invece arovinare la vita di Jessi Slaughter, una bambina di 11 anni che si fa credere 16enne e i cui buffi video finiscono su 4chan.
  • Nel 2010 il capo di un’agenzia che si occupa di segnalare ai detentori di diritti le violazioni perpetrate sul web annuncia di aver usato attacchi Ddos in stile Anonymous per colpire i siti dei pirati. Anonymous non è per la pirateria informatica, ma considera le leggi contro la pirateria alla stregua di un tentativo di mettere il bavaglio alla rete.
  • A fine 2010 scoppia il caso Wikileaks. Quando PayPal vieta le donazioni, Anonymous lo tira giù, e già che c’è abbatte anche il sito di Visa. Come racconta il New York Times, si parla diinizio della cyberwar. Da qui in poi ogni tre mesi circa viene arrestato un qualche membro di Anonymous,
  • Sempre a fine 2010 scoppia la protesta in Tunisia e Anonymous si lancia nella creazione di chat room tramite quali aiutare i dissidenti tunisini. Subito dopo la Tunisia tocca all’Egitto, e anche in questo caso Anonymous c’è e insieme agli hacker di Telecomix riporta Internet in Egitto.
  • Nel febbraio 2011 scoppia il caso HB Gary. Il capo dell’agenzia Aaron Barr afferma di essersi infiltrato in Anonymous e aver scoperto le identità dei capi. Anonymous lo deride, gli entra nell’agenzia, scopre le peggio cose e le pubblica on line. Grazie alle 70 mila mail divulgate da Anonymous, si scopre HB Gary si era proposta alla Bank of America per trovare informazioni utili a smantellare Wikileaks e Barr è costretto a dimettersi.
  • Sulla scia dei recenti eventi e in seguito alla guerra civile interna al gruppo, diversi hacker lasciano Anonymous e sposano Project PM di Barrett Brown (mia intervista nel link), un progetto contro la cyber sorveglianza.
  • Alcuni degli hacker che hanno affondato HB Gary ci prendono gusto. Mentre in Anonymous scoppia la guerra civile, alcuni fuoriusciti danno vita a Lulzsec, il cui unico obiettivo è colpire siti, rubare informazioni e diffonderle per divertimento. Un esempio: dopo aver hackerato un sito porno, divulgano indirizzi email di lavoro usati da membri del governo Usa per accedere al sito. Già che ci sono, colpiscono anche la Cia.
  • Quando nasce il movimento Occupy Wall Street, Anonymous è di nuovo in prima linea nella divulgazione di documenti di interesse generale.
  • Siamo ai giorni nostri. Anonymous è molto cambiato e qualunque cosa succeda tutti puntano il dito contro di loro, Quindici minuti dopo la chiusura di Megaupload e Megavideo, gli hacker anonimi abbattono il dipartimento di giustizia americano, i siti delle associazioni di produtti di musica video e sferrano l’attacco alla Casa Bianca.

Quanto sopra è solo un breve e indegno riassunto dei due articoli di Knafo, di cui ti consiglio vivamente la lettura: