Andrea Zanoni chiede alla Direttrice dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare uno studio sugli effetti dell’incenerimento di rifiuti su colture e allevamenti limitrofi. “Preoccupano inceneritori di Brescia, Parma e Russi (Ravenna). Alte emissioni inquinanti dei cementifici nel trevigiano e padovano”.
“L’Autorità europea per la sicurezza alimentare promuova uno studio sugli effetti delle particelle emesse da inceneritori e cementifici sulle colture dei campi agricoli vicini a queste strutture”.

Lo ha chiesto Andrea Zanoni, Europarlamento IdV, a Catherine Geslain-Lanéelle, Direttrice esecutiva dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare di Parma (EFSA), ieri sera in commissione Ambiente al Parlamento europeo a Bruxelles.

“In Italia inceneritori e cementifici continuano a bruciare rifiuti a due passi da campi agricoli dove vengono coltivati i prodotti che poi finiscono sulle nostre tavole – ha detto Zanoni – come valuta l’EFSA l’incidenza delle particelle emesse da queste combustioni negli anni sulle coltivazioni agricole e sugli animali da allevamento?”.

“Un caso su tutti è costituito dal vecchio inceneritore di Brescia – ha proseguito l’Eurodeputato – dove sono state rinvenute tracce di diossina e policlorobifenile (Pcb) nel latte di ben 18 stalle di allevamenti vicini”.

Ma non è finita qui. “A quelli esistenti se ne stanno aggiungendo altri, come l’inceneritore in costruzione a Parma, sede dell’EFSA stessa, proprio a fianco dello stabilimento della Barilla”. “E poi inceneritore a biomasse a Russi in provincia di Ravenna – prosegue Zanoni – che ha scatenato le proteste degli agricoltori della zona”.

“E il problema non si esaurisce agli inceneritori – ha aggiunto l’Eurodeputato – visto che anche i cementifici bruciano rifiuti e hanno paradossalmente soglie di emissioni più alte da rispettare”. Zanoni ha fatto l’esempio del cementificio di Pederobba (Treviso), terra dei vigneti del prosecco, dove nel territorio limitrofo sono stati rilevati valori di benzopirene doppi rispetto a quelli consentiti dalla legge. E poi i cementifici di Este e Monselice (Padova) funzionante dal 1950 dentro un parco regionale, zona SIC e ZPS, con relative soglie di emissioni di anidride solforosa, ossidi di azoto e polveri sottili, rispettivamente 4, 8 e 3 volte il limite massimo consentito previsto per gli inceneritori. Infine, il cementificio di Fanna (Pordenone), dove in una zona vicina, a Maniago (PN), è stata rinvenuta diossina in un pollo con valori superiori a 10 volte i limiti consigliati dalle direttive europee.

“Purtroppo ci sono grosse difficoltà ad ottenere dati precisi ed effettuare analisi visti gli interessi delle lobby dei cementifici in gioco – ha riferito Zanoni alla Direttrice EFSA – perché spesso i Comuni non vogliono impegnarsi contro gli effetti degli inceneritori che vengono costruiti”.

Geslain-Lanéelle ha ringraziato Zanoni per aver portato alla sua attenzione i casi di cui sopra. “E’ importante difendere la salute dei cittadini, per questo l’agenzia monitora costantemente i prodotti alimentari del Paesi membri”. La direttrice EFSA si è dimostrata disponibile a raccogliere ed eventualmente a valutare le segnalazioni fatte dall’Eurodeputato che promette di “interessare le autorità europee ogni volta che quelle italiane falliscono nel proteggere la nostra salute”.