Contro le grandi opere che distruggono il territorio e sottraggono risorse per casa e welfare

 

da Globalproject

 

Oggi, 12 dicembre, 150 “Operai dell’Altra Regione” hanno smontato le recinzioni del cantiere della Pedemontana Veneta che si trova nelle vicinanze di Montecchio Maggiore.

Questa azione, commenta uno degli operai, “è stata compiuta nel giorno dello sciopero generale per far risaltare che gli effetti nefasti della crisi economica e sociale che stiamo subendo non dipendono solo da provvedimenti che smantellano i diritti dei lavoratori, come il Jobs Act, ma è anche dovuta alle politiche folli in materia di opere pubbliche che il governo Renzi, in continuità con i suoi predecessori, continua a sostenere.

Le grandi opere infatti, oltre ad essere completamente inutili, e ad andare ad arricchire sempre e solo le solite cricche, come lo scandalo Mose dimostra, rappresentano infatti  anche uno spreco di denaro pubblico, che potrebbe essere investito altrove, per rispondere ai bisogni veri delle persone.
Senza contare che devastano in maniera irreparabile il nostro fragile territorio, che è già troppo cementificato, e che ci presenta in maniera regolare i conti di queste decisioni scellerate attraverso frane, alluvioni e cataclismi vari”.

Conclude l’operaio dicendo che “proprio per questo noi oggi abbiamo deciso di smontare le recinzioni di uno dei tanti cantieri inutili e dannosi di cui è disseminato il nostro territorio, e piantare al loro posto degli alberi, perché quello che vogliamo non è cemento e asfalto, ma terreni e paesaggi sani e rigogliosi”.