Mercoledì 8 marzo, ore 19.30 – Piazza Duomo, Schio (VI)
L’8 marzo è la giornata internazionale della donna, questa ricorrenza nasce più di un secolo fa per celebrare la donna come soggetto libero e indipendente.
Nelle prime conferenze legate a questa tematica, si parlava dello sfruttamento delle operaie da parte dei datori di lavoro, delle discriminazioni sessuali, della mancanza di rappresentanza politica e prima ancora del diritto di voto alle donne. Sono problematiche che ancora oggi persistono: le donne sono pagate meno, vengono discriminate sul lavoro, sono rappresentate da uomini.
L’8 marzo non è una giornata di festa. È un giorno di lotta da parte di tutti i soggetti oppressi contro un sistema patriarcale, basato sulla prevaricazione e sullo sfruttamento.
L’8 marzo manifestiamo perché le donne non siano oggetto di ipocrita celebrazione. Scendiamo in piazza contro la disuguaglianza economica, sociale e lavorativa, contro la maternità forzata, contro tutte le forme di oppressione e violenza.
Manifestiamo per avere il diritto di decidere dei nostri corpi, per abolire la legge 194, così apprezzata dalla prima ministra Meloni e da chi detiene il potere decisionale e lo usa per opprimere!
Vogliamo che l’aborto sia davvero tutelato, che sia praticato in un ambiente sicuro, in cui la donna non si debba sentire un’assassina, dove non venga mentalmente abusata, dove possa essere davvero libera di scegliere.
Vogliamo che gli obiettori di coscienza non siano protetti dalla legge, ma cacciati dai consultori.
L’8 marzo è un giorno di lotta anche per chi ogni giorno subisce l’oppressione di una società omofoba ed escludente. Manifestiamo per il diritto di ognunə di essere come vuole, di decidere per il suo corpo e la sua identità: vogliamo la carriera alias nelle scuole, vogliamo la tutela delle soggettività trans, non vogliamo più essere obiettivo di associazioni pro-vita e di un governo fascista e patriarcale che obbliga ad una vita di violenza.
Scendiamo in piazza contro ogni forma di discriminazione, abilismo, razzismo, contro la violenza dei confini.
Ci opponiamo a questo sistema predatorio e insostenibile che sfrutta la terra e gli animali considerandoli risorse inesauribili.
L’8 marzo manifestiamo per un’equa retribuzione, per il riconoscimento di tutte le soggettività, perché siamo stanchə di essere oggetto di giudizio e di desiderio.
Dopo decenni, chiediamo ancora le stesse cose e continueremo a farlo fino a che ogni persona sarà libera.
L’8 marzo non vogliamo le mimose, vogliamo diritti!