Padova – Aggressione mafiosa ai lavoratori in sciopero

Bastoni e taglierini contro i lavoratori di una cooperativa e un attivista dell’ADL Cobas, da parte degli schiavisti della logistica

Erano partiti da Verona, precisamente dalla sede di S. Bonifacio, dove avevano applicato il blocco delle merci e si erano diretti alla volta della sede operativa dell’azienda nella zona industriale di Padova. I lavoratori dell’MTN volevano protestare contro la cooperativa Borgato rea di aver spostato proprio in un’ altra sede, nella zona industriale della città del Santo, la produzione, per aggirare il blocco di Verona che per quei ragazzi significava l’unica speranza di far valere lo straccio di un diritto. Ad attenderli, però, hanno trovato una trentina di persone armate di bastoni e taglierini che hanno impedito la loro manifestazione. Contusioni per tutti ma ad avere la peggio sono stati un lavoratore colpito più volte con un rotolo di pellicola industriale al collo ed al capo e Marco Zanotto, attivista dell’ADL Cobas, che sostiene la lotta dei lavoratori. Per lui il referto medico parla di contusioni e della perforazione del timpano a seguito di un colpo sferrato al capo dopo che gli aggressori lo avevano minacciato ed aggredito con un taglierino tentando anche di spruzzargli negli occhi della vernice.

È successo tutto in Corso Spagna, sede operativa dell’azienda committente MTN che lavora nel settore della logistica a colpi di appalti e cooperative fantasma. Prima, a gestire i magazzini, c’era la Steel Coop 2, sparita come di regola in questo settore con gli stipendi ed il tfr dei lavoratori. Con il cambio di appalto, il lavoro è stato consegnato nelle mani della Cooperativa Borgato Group, che ha scelto di applicare ai lavoratori, nonostante fossero impiegati da anni in questo settore, un contratto di prova e condizioni economiche inferiori a quelle già maturate. Oltre al danno, la beffa. E’ il gioco delle cooperative: l’istituzionalizzazione del degrado delle condizioni lavorative, uno schiaffo ai primi quattro articoli della Costituzione, anzi, una bastonata. Perché è con i bastoni che sono stati ricevuti questa mattina i lavoratori dell’MTN.

La protesta davanti all’azienda non era ancora iniziata, c’era solo uno striscione ancora bianco appeso al cancello, ma non c’è stato nemmeno il tempo di scrivere parole come “Dignità” e “Diritti” quando gli aggressori si sono scagliati contro il presidio con oggetti contundenti e armi. Erano padroncini, magazzinieri di Verona e anche qualche dipendente dell’azienda committente, la MTN, dicono i lavoratori, che li hanno riconosciuti per averli già visti nella sede di San Bonifacio.

L’Associazione Difesa Lavoratori, che da anni si batte in difesa dei diritti dei lavoratori impiegati nel settore della logistica e trasporti, ha già annunciato, oltre alla denuncia, una forte risposta per i prossimi giorni.

Quella delle cooperative della logistica, dei trasporti e del facchinaggio è una lunga storia di sfruttamento in un settore strategico nel Nordest come per il resto del paese. Sono stranieri quasi tutti gli occupati che, pur potendo contare su un formale contratto a tempo indeterminato, vengono continuamente ricattati dal sistema degli appalti. Le cooperative infatti possono chiudere i battenti una volta che, per esempio, i dipendenti si organizzano per rivendicare condizioni migliori, per poi riappariere sotto altre spoglie assumendo nuovi lavoratori da impiegare a condizioni più favorevoli naturalmente alla cooperativa, mentre il committente, quasi sempre grandi colossi multinazionali, preme sui prezzi delle commesse creando un circuito di ricatti e malaffare.

La storia di migliaia di lavoratori impiegati in questo settore è quella di Vladimir, in Italia da dieci anni con moglie e due figli, uno dei quali ancora in Russia, come quella di Kumar N., qui da otto anni con moglie e due figli, quella di Aziz, nel nostro paese da dodici anni, in attesa della nascita del suo primo figlio, o come quella di Abdelkhaled, due figli, di Abdelaziz e di Abdellatif, tutti in cerca di una paga degna e di una vita degna.

Loro però, questa mattina, hanno dovuto essere i protagonisti non volontari di un nuovo ed e inquietante tassello nella storia di questo settore agitato da una continua lotta tra sfruttati e sfruttatori, tra gente degna ed aguzzini: l’idea che le vertenze sindacali possano essere risolte con le aggressioni mafiose.
Questa vicenda, nella sua drammaticità, ha il pregio di restituire però con grande chiarezza la misura del rapporto tra sfruttati e sfruttatori, senza filtri e finzioni: non si tratta di un rapporto paritario.
Un risvolto inquetante invece viene dalla biografia degli aggressori. Al gruppo, guidato dai capi e dai dirigenti, si è aggregato anche qualche lavoratore ammaliato dalla speranza di aver trovato un impiego e probabile futuro protagonista di una nuova storia di sfruttamento…la crisi è anche questo.
Non può certo finire così.