Da anni l’amministrazione comunale di Schio si concentra sul cosiddetto “progetto Campus” che prevede la costruzione di una struttura reale e di una virtuale, finalizzate a costituire un polo aggregativo per tutti gli istituti scolastici e per tutti gli studenti della città.
Il ”Campus virtuale” (CampusSchio.net) comprende un sistema basato sulla rete Internet che ha come fine quello d’implementare l’ organizzazione e la gestione scolastica interna, in particolare per offrire agli studenti, agli insegnanti e in generale a chi vive il mondo della scuola, servizi di qualità migliore.
Si mira a creare un luogo che divenga uno strumento d’informazione, comunicazione e condivisione delle conoscenze, con l’obiettivo di promuovere la collaborazione tra i vari istituti scolastici.
Come studenti e studentesse di Schio vorremmo però dedicare una particolare attenzione al cosiddetto “Campus reale” ossia la struttura concreta che andrà ad ospitare il progetto dell’amministrazione.
Si tratterà di un edificio a cinque piani che andrà ad ospitare “servizi” a disposizione degli studenti delle scuole superiori, un edificio che costerà ben 7 milioni di euro, 2 milioni da parte del comune e 5 provenienti da privati, Cariverona per l’esattezza.
L’elemento sul quale vorremmo puntare l’attenzione è il ruolo nel quale il comune ci ha relegati: semplici spettatori.
Ci sentiamo esattamente così perché a noi mai è stato chiesto cosa serviva veramente, mai è stato chiesto cosa avrebbe potuto risultarci utile, mai è stata ascoltata la nostra voce su un argomento che ci riguarda in prima persona.
Nel progetto è stato sottolineato varie volte che l’edificio verrà costruito “pensando allo studente come destinatario immediato del servizio” e nonostante ciò non è stata minimamente presa in considerazione la nostra opinione sulla questione.
Anzi, questo comune che si ripromette di essere aperto alle esigenze giovanili, è lo stesso che due anni fa ci ha tolto l’unico spazio che avevamo a disposizione per esprimerci, ci ha tolto la possibilità di crescere attraverso il confronto con gli altri che avveniva grazie ad assemblee, riunioni e discussioni.
E ora il comune, dopo aver sottratto questa possibilità all’unica realtà studentesca attiva nella zona, decide di costruire un agglomerato che definisce dedicato ai giovani, e in particolare agli studenti, senza nemmeno confrontarsi con i diretti interessati.
Condividiamo la necessità di uno spazio dedicato ai giovani, in quanto al momento manca, ora esiste soltanto l’aula studio a Palazzo Fogazzaro ma, oltre ad essere abbastanza piccola, è appunto un’ aula studio e noi sentiamo l’esigenza anche di spazi dove poter discutere e confrontarci, quindi l’esigenza di uno spazio dedicato ad assemblee, riunioni, dove insomma sia possibile il dibattito.
Quindi un luogo dedicato sia allo studio che allo sviluppo di un libero pensiero critico.
Un luogo che promuova la controinformazione; dove si possano approfondire e discutere temi d’attualità, studentesca e non, dato che siamo immersi in un contesto sociale oltre che scolastico; dove s’incoraggino eventi culturali autogestiti, in quanto vediamo nell’autogestione una presa di coscienza e di responsabilità necessarie alla crescita personale e collettiva di ogni individuo.
Condividiamo la necessità di uno spazio davvero dedicato ai giovani e agli studenti, non solo di voce ma anche di fatto!
Pretendiamo uno spazio che tenga conto di tutte le necessità di uno studente.
Esigiamo un dialogo, poiché senza di esso non si potrà giungere ad un risultato soddisfacente.
Coordinamento Studentesco Schio